Le tre scimmiette

Non vedo, non sento, non parlo. Sembra essere questo l’atteggiamento che va di moda. Possiamo anche girarlo al contrario. Non voglio che qualcuno mi senta, quindi non parlo, e per aver la coscienza pulita non guardo, così non sono consapevole.

Le definizioni

Questo atteggiamento si chiama omertà. Né più, né meno. Un atteggiamento che, riassumendo le varie definizioni trovate sui dizionari, spazia dalla “Solidarietà tra gli appartenenti a una stessa categoria di persone, per cui ciascuno tiene celato l’operato dell’altro per propria opportunità o reciproco interesse”, alla ben più grave “Forma di complicità tra gli appartenenti alla malavita, per cui una persona colpevole di reato viene protetta, anche da parte di chi ha subito il danno, celando la sua identità alla giustizia, onde evitare vendette”. Oppure anche: “Solidarietà che, dettata da interessi pratici o di consorteria (oppure imposta da timore di rappresaglie), consiste nell’astenersi volutamente da accuse, denunce, testimonianze, o anche da qualsiasi giudizio nei confronti di una determinata persona o situazione”.

Con una variazione di contorno, il senso cambia di poco: “Solidarietà interessata fra membri di uno stesso gruppo o ceto sociale che coprono le colpe altrui per salvaguardare i propri interessi o evitare di essere coinvolti in indagini spiacevoli e pericolose”. Tornando invece alla malavita organizzata si parla di “Regola e consuetudine culturale dei luoghi da essa dominati, che obbligano al silenzio sull’autore di un delitto e sulle circostanze di esso”. Ovviamente nel mondo distorto della malavita il tutto era coperto da un codice di comportamento che prevedeva sì l’omertà, ma con un secondo fine, e cioè salvaguardare il colpevole dall’intervento dello Stato, in modo da garantire la possibilità di poter vendicare la vittima.

Cronaca di tutti (gli ultimi) giorni – osservare

Seguendo la cronaca e gli avvenimenti di questi giorni osservo che il buonsenso, la giustizia positiva, insomma quello che dovrebbe essere all’ordine del giorno in una società moderna come la nostra, sono andati completamente persi.

Osservo anche ad esempio che:

  • certi avvocati (e uso volontariamente il plurale) hanno definitivamente perso l’occasione di tacere, che sia per stile, coerenza o entrambe le cose;
  • troppi personaggi, anche ex funzionari (e che rientrano in parte anche nel punto precedente), anziché godersi la pensione tornano alla ribalta cercando visibilità con ragionamenti anacronistici e contorti;
  • certa stampa, al posto di effettuare le ricerche in modo serio e deontologicamente corretto, si affida a questi tromboni e spande le notizie come si fa col liquame, con la differenza che il contadino ha il nobile scopo di ottenere un raccolto migliore. La stampa invece ottiene solo una nauseabonda cloaca letteraria;
  • troppe sono le fughe di notizie tra amici e amici degli amici, che impediscono di svolgere seriamente i compiti di amministrazione, giustizia e governo.

Semplificare e analizzare

Analizzando e semplificando il problema nelle sue singole componenti, si ottengono le implicazioni seguenti:

  • la giustizia è stata manovrata in un vicolo cieco, in cui è obbligata a proteggere i criminali, non riesce a proteggere adeguatamente le vittime, ed è oberata di lavoro a causa di problemi quotidiani. Ne risente pesantemente la qualità del lavoro dei procuratori;
  • parti dell’amministrazione cantonale sono talmente complicate e opache da risultare impossibile controllarle adeguatamente. Si permette a taluni funzionari di costruire dei piccoli regni nelle rispettive nicchie. Regni che possono però portare alla disperazione e alla rovina i cittadini e le imprese che per forza devono sottostare a questi balivi dei tempi moderni.

Numerosi personaggi che toccano con mano il bene pubblico, cercano solo di sfruttare il sistema per arricchirsi ancor di più, arraffando senza essere scoperti, con la garanzia che tanto potranno “chiedere scusa” e la garanzia ancor più forte che con molta probabilità la faranno franca.

Proporre

Per cominciare a sistemare l’incresciosa situazione venutasi a creare, propongo dunque per la prossima legislatura le seguenti misure:

  • introduzione della meritocrazia per tutti gli impiegati statali e per tutte le ditte che partecipano a processi di fornitura o a concorsi del Cantone;
  • riduzione e consolidamento di leggi, ordinanze e regolamenti, tornando a trasferire quanto più possibile a livello comunale ed evitando accentramenti di potere;
  • introduzione di apposite commissioni di sorveglianza o d’inchiesta negli ambiti ad alto rischio di errore umano, favorendo una cultura dell’autodenuncia volontaria, contrapposta ovviamente ad una liberatoria dalla pena per i casi in cui non sia ravvisato il dolo;

introduzione di sistemi di gestione della sicurezza e della qualità in tutti gli ambiti dell’amministrazione, compresa l’istituzione di un sistema di segnalazione di possibili reati e situazioni limite che venga gestito da un dipartimento diverso da quello in cui viene originato, onde evitare commistioni e conflitti di interesse.

Realizzare

La ricetta per realizzare questi principi non è semplice. Per prima cosa serve un gruppo parlamentare compatto, che condivida queste linee guida e che non venga più tediato da interventi di tipo sensazionalistico, volti unicamente alla propaganda personale di qualche parlamentare frustrato. In seguito serve un lavoro approfondito da parte delle varie commissioni parlamentari. Un lavoro sistematico e capillare per arrivare a definire le misure concrete che dovranno essere attuate a breve termine. Serve inoltre un Consiglio di Stato forte, coeso e collegiale, anch’esso libero da dogmi partitici. E un Consiglio di Stato che deve tornare sovrano sull’amministrazione e su quei funzionari che approfittano delle complicazioni del sistema per nascondere le loro malefatte. Quei funzionari a cui bisogna tornare a far presente che O come Omertà, S come Segreto d’Ufficio e L come Liquame sono tre lettere, tre principi ben distinti tra loro, di cui solo il secondo ha ragione di esistere, con i dovuti sistemi di controllo e verifica.

Tutti sapevano, ma nessuno osò infrangere il muro dell’omertà.

Io sono pronto a farlo! E voi?

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