La sicurezza è un parolone. In quanto tale va analizzato nei suoi molteplici aspetti. Abbiamo la sicurezza tangibile, visibile tutti i giorni, quella per intenderci rappresentata da Polizia, Guardie di Confine, Pompieri, Servizi di sicurezza privati.

Abbiamo la sicurezza sanitaria, rappresentata dal soccorso pre-ospedaliero, dall’Ente Ospedaliero Cantonale, dai medici, dalle strutture private, dalle organizzazioni infermieristiche di aiuto a domicilio, dalle fondazioni che si occupano delle persone ammalate.

Abbiamo però anche un altro tipo di sicurezza: quella necessaria secondo Maslow per poter costruire la propria vita. Subito dopo i bisogni fisiologici arrivano quelli di sicurezza. Ora, se i primi sono bene o male garantiti nella nostra società, per i secondi cominciano i grattacapi.

Sempre più cittadine e cittadini non hanno la possibilità di sentirsi sicuri, di avere un lavoro garantito, di assicurare una vita serena alla propria famiglia, di avere delle proprietà, un tetto sopra la testa, un accesso continuo a cure mediche adeguate.

Stiamo trattando sempre più cittadine e cittadini con dei contentini. Facendo tirare la cinghia, si assottiglia sempre più qualsiasi possibilità di “accedere” al prossimo livello di Maslow, che è poi quello di base per chi intende costruirla, una famiglia. Ricordiamoci che le famiglie, e i bambini, sono l’unica certezza per garantire un futuro.

Urgono dunque dei correttivi: nell’istruzione, sulle condizioni di lavoro, nel sostegno alle famiglie con figli piccoli, sui costi della salute. Bisogna ridare alla fascia della popolazione meno abbiente o sotto la soglia dell’indigenza, un margine di manovra per poter condurre una vita dignitosa e senza isolamento. Bisogna ridare al ceto medio quel potere d’acquisto necessario per far girare l’economia.

Questo non lo si può ottenere con idee utopiche di salari minimi e reddito garantito. Questo lo si può ottenere istruendo dei cittadini consapevoli, impiegando le risorse del territorio in modo oculato, coordinando la forza lavoro dei disoccupati, reintegrando le mamme nel mondo del lavoro, favorendo il telelavoro. A piccoli passi, dovremo di nuovo portare almeno l’80% della popolazione ad un livello di vita accettabile. Il rimanente 20% ha già un livello di vita accettabile. Dovremo poterci vantare di avere uno 0% di indigenti. Le possibilità ce le abbiamo. Ora bisogna metterle in pratica.