Durante la legislatura che sta andando a termine, uno dei grossi progetti affossati a giusta ragione, è stato “La scuola che verrà”. Se da un lato è necessario riformare il sistema scolastico per renderlo competitivo e al passo con i tempi, dall’altro dobbiamo veramente chiederci che cosa vogliamo e che cosa dobbiamo insegnare alle nuove generazioni. Per prima cosa, dobbiamo insegnare a comunicare in diverse lingue: in italiano, obbligatoriamente in una delle due lingue nazionali e in inglese (lasciando la possibilità opzionale di studiare l’altra lingua nazionale in parallelo). Al termine delle scuole medie il livello dovrà essere tale da permettere l’impiego corrente della lingua (B2, scritto e orale). Vanno inoltre insegnate competenze sull’impiego dei mezzi di comunicazione moderna, sulla presentazione in piccoli gruppi di contenuti, sul modo di strutturare dei contenuti in maniera logica e comprensibile, sul modo di di sintetizzare. Al termine delle scuole medie, non è accettabile che nella lingua madre non si sia in grado di redigere una lettera senza errori di impostazione, forma e ortografia.

In parallelo alle competenze di comunicazione, dobbiamo insegnare le basi scientifiche: geometria, matematica, fisica, chimica. Anche queste ad un livello tale che i detentori di una licenza di scuola media siano sicuri e capaci di utilizzare le tecniche di base necessarie per proseguire nella loro formazione professionale, o per accedere ad una formazione liceale e terziaria.

Dobbiamo anche insegnare ad essere cittadini consapevoli: la storia va presentata senza ideologismi e dogmi di sorta. Va analizzata, partendo dalla conoscenza del territorio locale e dalle sue peculiarità, andando a parlare del Cantone e della Confederazione, degli equilibri linguistici e del funzionamento del sistema politico delle istituzioni. Questo discorso lo si deve fare a livello tecnico. Spiegando cosa sono le mozioni, le interpellanze, i referendum, e tutto quanto ruota attorno alla cosa pubblica. Solo in questo modo riusciremo a riguadagnare attivamente cittadini interessati a svolgere le loro funzioni civiche.
Dobbiamo purtroppo anche insegnare a vivere: come funziona un’alimentazione sana, come si cucina, perché è importante l’attività fisica, come si gestisce un’economia domestica, dando delle basi approfondite di contabilità, impartendo nozioni di disegno tecnico e manualità, indispensabili ad esempio per gestire una piccola economia domestica o per spiegare ad un artigiano come deve allestire un locale della propria casa. Non è accettabile che la gran parte della popolazione non sia in grado di calcolare e comprendere il funzionamento di un finanziamento privato o di leggere un piano di costruzione all’interno di una domanda.

Vanno per contro eliminate dalla scuola media quelle materie prettamente legate a percorsi specifici, penso ad esempio alle lingue antiche (latino, greco antico) e altre da identificarsi, che devono però trovare spazio nei percorsi formativi al di fuori della scuola dell’obbligo.