SVIZZERA
L’occasione del compleanno della nostra benamata Patria, mi da la possibilità di giocare con le lettere del suo nome tradotto in Italiano: SVIZZERA. Otto lettere che ho provato a riassumere in altrettante caratteristiche e commenti su temi generali, ma anche d’attualità, arricchendoli con qualche visione del futuro. Come sempre cerco di proporre un pensiero di tipo trasversale, non ideologizzato, lungimirante, che eventualmente potrà urtare le sensibilità politiche e personali di qualche lettore. Tant’è, dobbiamo metterci in discussione e dobbiamo tornare a pensare al futuro nell’ordine di grandezza di centinaia di anni, come fecero i nostri avi a partire da quel lontano 1291, anno in cui decisero di opporsi alla tirannia di signorotti distanti dalla realtà, distanti dai problemi del popolo, distanti dal territorio, e che vedevano quelle regioni rurali come un forziere di risorse da sfruttare e dissanguare.
S di Svizzera
Quando parlo del nostro paese con i miei amici di tutto il mondo (europei, americani, russi, turchi, persiani, giapponesi, australiani), in risposta vedo sempre molta ammirazione. Sono estasiati dal nostro territorio, dalla sicurezza, dal fatto che parliamo più lingue e ovviamente conoscono Heidi e il cioccolato. Finiti i luoghi comuni, i miei amici sono anche perfettamente informati sul fatto che siamo al di fuori della Comunità Europea, realtà quest’ultima che tutti, senza eccezione, definiscono come caotica, incoerente e distante dai cittadini. Per usare le parole di un mio caro amico tedesco: “Realitätsfremd”. Evidentemente sono anche informati sulle vicissitudini del nostro sistema bancario e delle pressioni a cui è sottoposto. La grande differenza però rispetto agli opinionisti dei nostri mass-media locali, è un’analisi lucida, coerente e, soprattutto, positiva. Il sistema bancario e quello finanziario- assicurativo, nonostante vi sia una qualche pecora nera, è stato e rimane tra i migliori al mondo. A patto che non ce lo lasciamo smontare ulteriormente. A patto che non decidiamo di smontarlo noi stessi con decisioni della giustizia, a dirlo in modo gentile, incomprensibili.
V di Valori
Teniamoceli stretti. Torniamo ad insegnarli con insistenza e coerenza alle nostre generazioni future, ma anche a chi si arroga il diritto di restare in casa nostra per qualsivoglia motivo. Precisione, professionalità, etica, correttezza nei preventivi, mantenimento dei piani orari, rispetto della persona (e in particolare delle donne), sicurezza, stabilità sono solo alcuni dei valori che ci contraddistinguono e che non dobbiamo assolutamente livellare verso il basso per adeguarci a normative insipide, o correnti di pensiero di comodo (eh si, lasciar correre è più comodo che impuntarsi), e infatti la comodità (in senso negativo) non è uno dei valori in cui mi riconosco, e penso neanche voi… ripeto: teniamoceli stretti, torniamo a insistere sui valori che hanno reso un esempio per il mondo intero la nostra piccola nazione.
I di Indipendenza
Fintanto che possiamo decidere in casa nostra, potremo mantenere quell’indipendenza non totale, sarebbe un’utopia, ma sicuramente maggiore che non quella imposta da stati che pensano in modo poco distanti dai metodi totalitaristi. È ancora vivo in me il ricordo di un’intervista rilasciata questa primavera da un candidato del partito evangelico tedesco alla presidenza europea (fortunatamente poi non eletto), e il cui tenore era pressappoco così: “mi impegnerò affinché i valori tedeschi vengano riconosciuti e imposti al resto dell’Europa e del mondo”. Da noi, un personaggio con una corrente di pensiero simile si sarebbe guadagnato (giustamente) le fustigate letterarie di buona parte della stampa e degli opinionisti. Cerchiamo dunque di mantenere questa indipendenza di fatto, che ci permette anche di svolgere compiti diplomatici che non può fare nessun’altro al mondo (vedasi la rappresentanza diplomatica tra Iran e USA).
Z di Zelo
Se da una parte lo zelo è uno degli atteggiamenti importanti e positivi per quanto riguarda la creazione di valore aggiunto, nella ricerca, nel lavoro, dall’altra, quando è in eccesso, descrive anche bene quegli aspetti negativi che sono tipici di funzionari che sguazzano in una burocrazia troppo estesa, incoerente, spesso improduttiva e lontana dalla realtà.
Quando l’Ufficio Federale di Statistica pubblica le statistiche sui salari, molti più del 50% dei cittadini si chiede come mai non arriva al salario mediano che ci viene propinato…
Quando funzionari del SECO e del DFAE silurano (con il benestare dei rispettivi CF, una vera vergogna) una delle migliori ditte di casa nostra con richieste e imposizioni assurde, non pensando alle conseguenze economiche negative immediate e a lungo termine…
Quando persone vittime di violenza (minacciata e perpetrata), non vogliono più rivolgersi agli organi competenti perché le procedure sono troppo complesse, lunghe, e spesso protezioniste verso i carnefici…
Quando persone che per svariati motivi non possono provvedere ad autosostenersi sul breve tempo, vengono incolpate dagli uffici predisposti quale causa del loro male, senza ricevere aiuti immediati e concreti…
Allora dobbiamo concludere che lo zelo di certi funzionari è purtroppo estremamente negativo. E va corretto, sia in sede di conduzione del personale che in sede di regolamenti e leggi, che devono essere semplificati, resi congruenti, e soprattutto di nuovo a misura d’uomo. A misura di Svizzero, non di Comunità Europea.
Z di Zecca
La zecca, noto parassita ematofago (= che si nutre di sangue), sta dilagando un po’ in tutta la Svizzera, specialmente in certe regioni in cui può trasmettere qualche malattia poco simpatica. La zecca dunque al momento rappresenta una problematica di difficile soluzione, e la scienza purtroppo ci mette a disposizione solo qualche vaccino e qualche antibiotico, che si limitano a ridurre i sintomi particolarmente insidiosi che possono insorgere dopo la puntura.
Tutt’altro discorso invece quello della zecca nazionale, che invece si trova confrontata con un problema per così dire “al contrario”, e cioè la liquidità che viene prosciugata continuamente e in modo deleterio per permettere di acquisire le monete estere, ed in particolare l’Euro, in modo da stabilizzarne il valore. Siccome la zecca europea continua a inondare i mercati di moneta che la Svizzera è costretta a comperare, non si risolve niente a livello della microeconomia, ma si porta ad absurdum i mercati finanziari. Purtroppo, quando la bolla scoppierà, ho la certezza che non vi saranno medicine pronte a risolvere la questione… A quel punto, penso che saremo contenti come le zecche che hanno appena trovato qualche vena fresca di sangue, sapendo che la nostra zecca nazionale abbia mantenuto e difeso il nostro Franco Svizzero.
E di Energia
Nulla si crea, nulla si distrugge, tutto si trasforma: è la legge fondamentale della conservazione della massa, esposta da Lavoisier nel ‘700. Forse la forma di energia più importante oggigiorno è quella elettrica che, usata appropriatamente per generare la forza elettromotrice, ci permette di muoverci, e, attraverso altre proprietà chimico-fisiche della materia, ci permette di far funzionare i calcolatori, le memorie, la telefonia e molto altro (ovviamente anche i sistemi di illuminazione e riscaldamento).
Siamo tra i precursori dell’impiego dell’Energia elettrica pulita, mediante lo sfruttamento dell’energia elettrica tramite le grandi opere di ingegneria civile (le dighe), che grazie a pionieri di livello mondiale, in particolare il compianto e ticinese Dr. Giovanni Lombardi, sono state costruite in ambienti ostili e particolari, ancor oggi d’esempio indiscusso per tutti gli attori in questo campo.
Oltre che per l’energia, questi bacini sono importanti anche quali riserve e bacini di compensazione e accumulazione idrica. L’oro blu diventerà sempre più importante nei decenni a venire, e dato che una parte rilevante dell’arco alpino nonché l’origine dei più importanti fiumi europei è a casa nostra, prepariamoci a difendere a denti stretti questa enorme ricchezza. Le alture del Golan e la loro storia insegnano…
R di Regionalità
È forse la peculiarità più accentuata del nostro territorio. Che siano le diverse culture, i diversi dialetti, gli approcci creativi tipicamente differenti tra individui cresciuti nella parte germanofona, italiana, romancia e francofona. Quel tirarsi in giro in maniera anche poco velata, che però permette da oltre 700 anni lo scambio di idee e obbliga i politici di tutto il paese a svolgere in maniera accurata e approfondita quell’esercizio chiamato democrazia, alla ricerca di un consenso assolutamente non facile da trovare, qualche volta in modo anche poco pacifico. A mio modo di vedere, questa miscela di regioni è quella che ha contribuito più di tutto al successo della confederazione come la conosciamo. Creando una buona distribuzione di poteri tra città e zone rurali, tra pianura e montagna, tra finanza, industria e agricoltura.
A di Augurio
Ci sono molti auguri che si possono fare alla Svizzera. Primo fra tutti: buon compleanno! E poi tutti gli altri. Gli auguri a cui sto pensando si possono riassumere in “Meglio soli che mal accompagnati”, e mi auguro per davvero che anche gli irriducibili che vogliono per forza obbligarci a zoppicare al ritmo di una claudicante Unione Europea, comincino a mettere sul piatto della bilancia il mantenimento dei valori che ci contraddistinguono, le conquiste che la nostra nazione ha ottenuto, e il benessere di tutta la popolazione, specialmente quella parte molto più grande di quanto affermano le statistiche, che non guadagna quanto si propina come salario mediano. Tra l’altro, permettetemi di punzecchiare (non a mo’ di zecca, piuttosto di zanzara tigre)… non sia mai che il proverbio di cui appena sopra sia magari da applicare specialmente anche quest’oggi, in un’ottica squisitamente ticinese.