A conclusione della trilogia “Ritorno al futuro” eccovi il terzo e ultimo episodio, che vuole dare un contesto più politico agli altri due articoli, in cui ho parlato delle possibilità per migliorare la rete dei trasporti pubblici e l’impiego intelligente delle nuove tecnologie. La situazione non è rosea, e purtroppo più guardo avanti, e più mi domando se non sia necessario inventare una macchina del tempo che permetta soprattutto di tornare indietro qualche decennio, qualche secolo, o qualche millennio.

E’ più che mai necessario capire perché non riusciamo a tirare le corrette conclusioni dagli errori fatti in passato, e continuiamo invece ciclicamente a ripeterli.

Parto dal presupposto, provocatorio ovviamente, che tutto quanto sia stato sviluppato dall’uomo è stato inizializzato dalla sua intrinseca pigrizia. Fin qui tutto normale. Ora la pigrizia ci sta però spingendo sempre più a demandare anche le decisioni alle macchine, non solo lo svolgimento di lavori faticosi. E qui sta il cruccio: possiamo insegnare il buonsenso alle macchine? E siamo sicuri che le macchine proporranno delle decisioni che saranno sempre utili agli esseri umani? Non ho al risposta.

L’INTELLIGENZA ARTIFICIALE USATA MALDESTRAMENTE E’ PERICOLOSA

Quello che mi preoccupa assai è il fatto che già oggi si tende a prendere per buono tutto quanto ci viene propinato dai calcolatori e dalla rete, senza alcun tipo di  pensiero critico.

Si accettano simulazioni e proiezioni senza un briciolo di validazione, senza capire come siano state programmate le macchine che le hanno generate. Senza conoscere se i valori dati in pasto alla macchina fossero corretti.

I risultati ce li abbiamo sott’occhi: False notizie (che nel caso peggiore diventano virali), andamenti di borsa completamente scellerati, fomentazione di paure nella popolazione mediante la presentazione di grafici che la maggior parte delle persone non può comprendere, ma che con un tocco di vernice verde vengono fatti passare per buoni, azioni di marketing dell’immagine che fan diventare idoli personaggi che non hanno mai prodotto nulla, e avanti di questo passo. Buonsenso dove sei?

DEVE TORNARE A PREVALERE IL PENSIERO CRITICO STRUTTURATO E COSTRUTTIVO

Dobbiamo dunque raddrizzare il timone, e tornare a far rotta urgentemente verso i lidi in cui l’esperienza, il pensiero critico ma strutturato e costruttivo, la scienza vera e la conoscenza la facciano da padroni. Gli scienziati devono fare il loro lavoro correttamente e fornire ai politici e  ai governanti le informazioni fattuali, corrette, verificate e non distorte e ideologizzate. Solo in questo modo le basi decisionali sono quelle adeguate per prendere le decisioni migliori (uso volutamente questo termine al posto di “giuste” e “sbagliate”, perché questi ultimi due possono essere usati solo dopo che la decisione è stata applicata). Permettetemi un esempio molto concreto: tutti noi sappiamo che le fonti di energia fossili non sono infinite, e tutti noi sappiamo che sfruttarle con la tecnologia attuale non è ne efficiente, ne lungimirante. Una possibile soluzione a questo dilemma sta nell’uso della forza elettromagnetica, che però ovviamente necessita di corrente elettrica per funzionare.

COERENZA E BUONSENSO DOVE SIETE?

Osando sperare che una persona con un educazione almeno di tipo elementare sappia da dove proviene il latte (forse meglio specificarlo: dalle mucche presso i contadini, e non dal supermercato. Ironia à OFF), possiamo parallelamente concludere che sappia anche che la corrente elettrica non proviene dalla presa inserita nel muro, ma dalle centrali di produzione. Molte di queste sono nucleari, o a combustibile fossile. Potrebbero essere sostituite con centrali eoliche, idroelettriche tradizionali o a sfruttamento del moto ondoso, per una certa parte addirittura mediante sistemi fotovoltaici. E qui il buonsenso e la coerenza di certi ambienti (verdi) va a farsi benedire, perché spingono l’elettrificazione, ma non vogliono la costruzione dei necessari impianti per la produzione rinnovabile della corrente, che siano aggiornamenti e innalzamenti delle dighe, o la realizzazione di parchi fotovoltaici o eolici e i relativi elettrodotti.

Gli stessi ambienti (verdi) sono quelli che per motivi paesaggistici spesso si oppongono anche alla ristrutturazione efficace degli edifici nei nostri villaggi, con la conseguente perdita di territorio per la costruzione di nuovi edifici, aggravata dalla conseguente obsolescenza energetica degli edifici nei nuclei.

PROTEGGIAMO L’AMBIENTE SENZA IDEOLOGISIMI E ESTREMISMI, MA COL BUONSENSO

Vogliamo (e dobbiamo) proteggere l’ambiente? Si!

Vogliamo farlo cedendo i processi decisionali a personaggi incoerenti e ideologizzati che umiliano la scienza cavalcando le paure della gente, senza peraltro portare soluzioni se non fantasiose? Decisamente no!

Spero dunque vivamente in un segnale forte da parte di tutti i cittadini elettori. Ci sono ancora esattamente 7 giorni di tempo per votare: Buonsenso dove sei? #facciamolo

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