Spaventare un essere umano è estremamente facile. Un essere vivente, se spaventato, si caratterizza per una delle seguenti reazioni: fugge o combatte. A dipendenza dell’evento che sta generando lo stress, possono essere corrette sia l’una sia l’altra reazione. Il problema si fa però veramente acuto quando le reazioni diventano incontrollate.
I maestri della paura
Noto che i vari schieramenti estremisti sempre più riescono a far leva sulle paure delle persone. Fin qui niente di particolare, fa parte del gioco. Quello che mi preoccupa, è il fatto che non riusciamo più a crescere delle persone consapevoli, in grado di analizzare, capire, e reagire correttamente di fronte a un problema. Persone che siano in grado di cercare razionalmente una soluzione mediante die processi di condivisione delle idee, secondo il principio che più pensieri portano ad una migliore gestione dei vari dilemmi. Oggi non siamo più in grado di proporre delle vere varianti, magari anche alternative tra di loro, quale base di decisione agli esecutivi o alla popolazione.
L’iniziativa contro la dispersione degli insediamenti
Questa iniziativa è l’esempio lampante di una proposta che scaturisce da una reazione incontrollata, estremista, e che non risolve nessun problema. Anzi, analizzando le conseguenze di una possibile accettazione di questa scempiaggine burocratica e proiettandole nel tempo, non è difficile immaginare i conflitti sociali che si andrebbero a generare. Va da se che questa iniziativa deve essere combattuta e assolutamente respinta, senza ombra di dubbio.
Penso che nessuno voglia rendersi responsabile di promuovere una nuova serie di danni economici dovuti a regolamenti pericolosi e inutili, come ad esempio sa bene chi non può riattare il proprio rustico.
Le origini del problema
E’ altresì vero che se questo tipo di iniziative trova spianata la via del voto popolare, dobbiamo capirne il perché. Volendo cercare gli aspetti positivi, possiamo dire che fortunatamente il popolo in Svizzera ha a disposizione e usa gli strumenti della democrazia diretta. Possiamo osservare che nei paesi confinanti questi strumenti vengono palesemente calpestati, perché per farsi sentire una parte della popolazione deve indossare i Gilet Jaune…
Se andiamo invece a scovare gli aspetto meno romantici, il passaggio in votazione di un tema come quello degli insediamenti, deve farci forzatamente riflettere sulle paure di una parte della popolazione, che vede messo in pericolo il proprio spazio vitale. Questa paura va presa sul serio. E va combattuta.
Ascoltiamo le paure, invece di fomentarle
Dobbiamo ascoltare molto di più i giovanissimi, che esprimono le loro giustificate paure, paure esistenziali che sono comprensibilissime se pensiamo che loro stessi stare al mondo almeno altri 80 anni. E dobbiamo ascoltarli seriamente, al di là degli opportunistici autoscatti (“selfie” n.d.r) in salsa elettorale come quelli visti a Bellinzona ieri.
Dobbiamo lavorare alacremente sull’educazione, tornando a rendere i cittadini consapevoli e non marionette del sistema o di chi sa fomentarne le paure, sfruttandoli all’apice dell’ipocrisia nel condividere per esempio dei messaggi di ecologia estremistica impiegando le stesse tecnologie la cui produzione è spesso alla base dei problemi che invece andrebbero risolti.
Dobbiamo incitare i giovanissimi a condividere le idee in modo costruttivo, a cercare valide soluzioni magari alternative, che permettano di uscire da quel passivismo che impedisce loro di verificare le notizie e che li rende schiavi delle menzogne estremiste.
Se non combattiamo le paure, perdiamo
Se non combattiamo le paure con misure rapide e concrete, perderemo. Perderemo la nostra qualità di vita presente e futura basata sui valori di libertà, coesione e progresso che hanno portato al successo il nostro paese. Questo è quello che fa paura a me. E voglio combattere razionalmente questa paura assieme a tutti voi. Votate il prossimo fine settimana, sostenetemi il 7 di aprile. Grazie di Cuore! #facciamolo